La verità (che non sapete) sul testamento di Carlotta
La contessa Carlotta Liebenstein, innamorata da sempre dell’Italia, era una discendente dei Liebenstein trasferitisi due secoli prima in Sud Tirol, allora terra austriaca. Solo dopo la prima guerra mondiale tutta la regione sarebbe diventata infatti territorio italiano.
Carlotta aveva mantenuto la cittadinanza tedesca ma non nascondeva il suo amore per l’Italia, spesso meta dei suoi viaggi e delle sue vacanze.
E proprio in Italia conobbe un uomo, un esule ungherese Ferencz, uno studioso fuggito nel 1956 da Budapest a causa del feroce intervento dei carri armati russi inviati da Mosca a reprimere la rivolta popolare contro la dittatura comunista. Episodio sanguinoso che aveva destato un’eco mondiale. Anche in Italia la selvaggia repressione russa aveva scatenato polemiche all’interno del partito comunista stesso. Ferencz per sfuggire alle purghe ed alla repressione russa aveva trovato rifugio in Svizzera. Fu proprio lì che la contessa e l’esule Ferencz si conobbero verso la fine degli anni sessanta e si frequentarono. Nacque un grande sentimento amoroso. Frutto del loro amore nel 1961, nacque Gunther, il figlio della contessa.
Ferencz, esule rivoluzionario, in Svizzera aveva trovato generosa ospitalità dal dottor Foeldi, lontano cugino dei Liebenstein, grande scienziato ungherese. Il destino volle che Foeldi fosse amico fraterno del professor Eneo Mian, il padre di Maurizio, marito di Gabriella Gentili e titolare della cattedra di dermatologia all’Università di Pisa. I due studiosi, uniti dall’amicizia e dall’interesse scientifico, si frequentavano da tempo. Nel 1984 la sua lontana parentela col dottor Foeldi aveva convinto la contessa a conoscere la famiglia Mian ed a trascorrere le sue vacanze nella stupenda villa che possiedono a Fauglia, nei pressi di Pisa.
Una profonda amicizia si instaurò allora fra la contessa Carlotta e Gabriella Mian. La nobildonna tedesca trascorreva sempre più spesso lunghi periodi in Toscana ed era facile incontrarle insieme a passeggio nei boschi della tenuta Mian accompagnate dal loro fedele cane Gunther. Poi la tragedia: nel 1987 il figlio Gunther perde tragicamente la vita e nel 1989, per il grande dolore, muore anche Ferencz, il padre.
La contessa è ormai da sola; le rimane solo l’affetto di Gabriella Mian e sempre più spesso trascorre lunghi periodi in Toscana.
Così, quando sente che è giunto il suo momento di lasciare per sempre l’amica, la Toscana ed il fedele cane, davanti ad un notaio fa trascrivere il testamento che avrebbe affidato all’amica Gabriella l’intero suo patrimonio, intestandolo al cane che portava il nome del figlio morto.
Nasceva così la Gunther Foundation da cui sarebbe stato poi creato il Trust.
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